RISONANZA MAGNETICA DELLA MAMMELLA (RMM)
La RMM è un esame non invasivo che consente di identificare alterazioni non adeguatamente valutabili mediante mammografia, ecografia o elastografia. La RMM è in grado di visualizzare la morfologia interna del tessuto, evidenziando, ad esempio, i vasi sanguigni che, in caso di ipervascolarizzazioni, potrebbero far pensare al tumore, così come nel caso di calcificazioni.
Indicazioni
La Risonanza Magnetica della Mammella è indicata nel controllo delle donne a elevato rischio eredo-familiare di sviluppare tumore mammario; nel sospetto di più lesioni tumorali in una donna con tumore della mammella già accertato; nella valutazione di efficacia di cicli di chemioterapia; nel sospetto di recidiva di malattia tumorale; quando sia presente secrezione dubbia o sospetta dal capezzolo; per valutare lo stato delle protesi mammarie quando se ne sospetti una complicanza.
Mezzo di Contrasto
La RMM può essere eseguita con o senza mezzo di contrasto. Nella Risonanza Magnetica della Mammella con contrasto viene fatta un’iniezione endovena di una sostanza minerale, il gadolinio. Quando si programma un esame con MDC, è indispensabile eseguire preventivamente le indagini di laboratorio necessarie a individuare i soggetti a rischio di reazioni anafilattiche, inoltre prima di intraprendere un esame diagnostico con contrasto è necessario il consenso esplicito e informato del paziente.
Esame
L’esame viene eseguito in posizione prona con le mammelle alloggiate dentro la bobina dedicata (una sorta di reggiseno di plastica). L’indagine dura all’incirca dai 20 ai 40 minuti e non è dolorosa. È necessario mantenere l’assoluta immobilità durante l’acquisizione delle immagini.
Controindicazioni
L’esame è controindicato durante la gravidanza, soprattutto nei primi 3 mesi. Quando è previsto il mezzo di contrasto, le donne che allattano dovrebbero evitare di farlo nelle 24 ore successive, utilizzando il biberon con il latte raccolto e conservato prima dell’esame. Non possono sottoporsi a risonanza magnetica i portatori di pacemaker cardiaco o di neurostimolatori ed è controindicato anche per chi ha protesi, chiodi e viti applicate in ortopedia o dispositivi metallici in uso in interventi di angioplastica su arterie e vene. Anche le protesi del cristallino, impiantate per la cataratta, o le valvole cardiache metalliche costituiscono un motivo di controindicazione. È opportuno informare gli operatori se si è lavorato come tornitore, saldatore o carrozziere, per il rischio di avere nel corpo piccole schegge metalliche.